sabato 14 agosto 2010

Un pomeriggio rilassante

Ciao a tutti e buon week end!

Dopo una settimana particolarmente stressante, soprattutto per il lavoro (come avrete potuto dedurre dal mio post precedente, ahimé!) e dopo essere uscita dall'ultimo turno per caracollarmi a 20 km di distanza a trovare il papà all'ospedale (romantico inizio per un fine settimana!), ho deciso che l'imperativo del restante pomeriggio sarebbe stato: RELAX!

Ho proprio bisogno di rilassarmi...

Così, visto che qui (non so da voi!) piove e dirotto da stamattina...


...e la pioggia ticchetta incessante sui vetri...


ho pensato, prima di tutto, a riscaldarmi (e salvarmi dal raffreddore) con un caldo bagno schiumoso (profumato di lavanda)...




Poi, dopo essermi asciugata, “incremata” e rivestita, mi sono preparata una buona, calda tazza di tè. Perché il tè toglie ogni (brutto) pensiero!





E intanto mi mangiucchiavo qualche biscottino, dedicandomi alla mia nuova, piccola, passione: questa rivista (che immagino tutte voi ormai conoscerete anche se è solo al secondo numero!)


Ne sono rimasta semplicemente conquistata!

A differenza di casa Chic e Vivere Country, in Casa Romantica Shabby Chic non c'è mai un servizio che NON mi commuova da tanto mi piace; ogni casa è quella dei miei sogni o, almeno, ha dei dettagli che copierei subito.

A parte il lieve sconforto che mi prende sempre a leggere queste riviste (io, qui nei dintorni, proprio non riesco a trovare mobili e arredi shabby chic o anche simili da shabbizzare; forse non cerco bene? Qui i negozi di antiquariato hanno prezzi astronomici, i mercatini non hanno quasi mai nulla di interessante; sono io che non so cercare, o cosa? Chiederò a Sarah, che abita poco lontano!), questo nuovo editoriale mi riempie di gioia e di belle idee.

In più ha una rubrica dedicata ai fantastici blog delle fantastiche ragazze che seguo: per ora, Sarah (che secondo me merita tutto il posto nel primo numero!) e Federica, ma poi sono arrivati anche i complimenti di Lara via e mail (mi pare).

Ora attendo con ansia i prossimi numeri, per vedere intervistate le altre meravigliose arredatrici in erba (o solo appassionate che siano!) che seguo come, appunto, Lara, e perché no, poi Francesca, Apple, Zaira... solo per citare le prime che mi vengono in mente in questo momento!

Mio marito ride e fa: “magari prossimamente ci sarai anche tu, lì!”

Ma va. Ma neanche per idea! E per più motivi: uno, solo qui da pochissimi giorni, e ci vuole tempo per farsi conoscere e, si spera, apprezzare; due, la nostra casa ha solo 5 mesi di vita di rinnovo, ed è ancora TERRIBILMENTE imperfetta (nessuno la guarderebbe se finisse fotografata su una rivista, a meno che non sia una rivista di case per profughi!).

Ma chissà, magari nei prossimi anni? Be', a me non dispiacerebbe, ma cerco di non montarmi la testa, che poi, mi conosco, rimango delusa! Lol!

A proposito: sto cercando un copridivano fatto a plaid, per capirci, senza elastici, come un gtelo da appoggiare, in una fantasia che sia shabbychic, cioè pensavo a disegni floreali sul rosso e rosa scuro su fondo bianco. Qui da me non trovo nulla, neanche come stoffa; ho pensato di comprare su internet, ad es. Cabbages and Roses, ma sono un po' carucci... avete qualcosa da consigliarmi??

Comunque... ora il mio relax pomeridiano sta continuando qui al pc... e giusto perché ci siamo, vi confesserò – ma badate, per me è una confessione che pesa tantissimo! - un mio vizietto... un vizietto che mi ha bollata, in realtà, anche se non avrei voluto...



Aggiungi immagineSCRIVO...

Scrivo, nel senso: scrivo storie. Cose originali. Cose che escono dalla mia testa.

Non ricordo quando ho cominciato, forse da sempre; ricordo la prima volta che ho provato a farlo seriamente, avevo 10 anni, ero a casa con la febbre, ho preso carta e penna e ho iniziato un giallo poliziesco... mai finito, molto infantile, ma lo conservo ancora, scritto in vari colori con penne da poche lire su fogli vaganti, senza righe, ingialliti...

Ricordo il primo mezzo “moderno” (almeno, più moderno di carta e penna) con cui ho scritto le mie prime storie un po' più serie, a 12 anni: una macchina da scrivere di mia madre (lei, che aveva fatto il corso di dattilografia) degli anni '70, malridotta ma ancora funzionante, che mi ricordava tanto quella de “La signora in giallo”...


Ed era proprio come questa...


Poi, un anno dopo, i miei me ne hanno regalata una nuova, stanchi di sentirmi battere avidamente su quel rottame che scriveva tutto sbiadito...

Ed è arrivata lei


Lei che, purtroppo, con mio immenso dolore, è rimasta distrutta in un incidente...

Il pc è arrivato solo dopo... molto dopo...

Tutto questo per confessarvi la mia passione nascosta o, se volete, il mio talento – non amo dirlo, sono stata presa troppo in giro per questo. Tutti mi spingono a pubblicare ma no, non ce la faccio, ho troppa paura. Le storie, i personaggi, tutto è così profondamente mio, lo sento così tanto, che se fosse rifiutato... ne morirei.

Anche se non è più come una volta.

Una volta, i miei personaggi erano come veri, come se vivessero con me; pensavo a loro in ogni momento libero (e anche non libero) della mia giornata, erano una presenza viva accanto a me, tanto che li vedevo in persone che somigliavano loro, in atteggiamenti di passanti, in scene di vita quotidiana, che poi portavo sulla carta.

Anche se i miei personaggi vivono sempre in epoche diverse da questa (dall'Antica Roma alla Grande Guerra, e tutto ciò che ci sta in mezzo ed oltre), li vedevo nella vita quotidiana che mi circonda, e avevano la capacità di riempire i vuoti della mia anima con le loro risate, le loro voci, i loro sguardi, tutto ciò che solo io potevo vedere e sentire... e che mi faceva sentire molto meno sola.

Da un po' non è più così. Sarà stato l'esaurimento nervoso, o non lo so, non li sento più come prima. Ogni tanto sì, capita, che li senta di nuovo come presenze vive; ma spesso non mi parlano più.

Perché in realtà, io non creo nulla; i personaggi delle mie storie sono esseri con una volontà propria, che si sono creati da sé, e che, per un qualche motivo che mi è sconosciuto, ma che sicuramente è magico, abitano da sempre dentro di me.

Quello che faccio è semplicemente mettermi in ascolto, per sentire le loro voci; loro mi parlano, mi raccontato cosa vogliono che io scriva di loro, e guidano la mia mano sulla tastiera.

Io non decido nulla; sono loro che, se con i miei occhi nella mia vita quotidiana vedono qualcosa che li attira, me lo fanno sapere.

Mi ricordo alcuni episodi, alcuni sono eclatanti, come una sera in cui io e mio padre ci stavamo dedicano alla nostra comune passione, i documentari di storia alla tv (oh, quanto amo Alberto Angela!), e precisamente un documentario sulla sconfitta di Teutoburgo; all'improvviso, dentro di me, la voce di un personaggio di una mia storia, ambientata nell'Antica Roma, che mi diceva: “Io sono morto lì! Io ero lì!”

Questo personaggio, non principale nella storia, non aveva avuto una collocazione dopo un certo momento della trama; lo avevo semplicemente abbandonato per altri più importanti. Ma da quel momento, da quando ho saputo dove e come era morto, la storia è diventata, come per magia, più completa, più piena.

Ovviamente.

Solo che ultimamente li sento molto meno. Sarà che la vita di tutti i giorni mi porta via, che diventare adulta ha portato responsabilità, ansie e pensieri che mi distolgono; sarà che, però, dovrei ritornare a quello stato mentale, a quella forma mentis che mi teneva perennemente in contatto con loro, che sono la voce delle parti più profonde di me, perché allora, quando comunicavo con loro così facilmente, e senza sforzo, allora sì che ero felice. O meglio, ero serena e in pace con me stessa.

Qualunque problema, preoccupazione, dispiacere, svaniva non appena qualcuno di loro mi parlava. Pensavo a loro, e ogni ansia svaniva.

Li sognavo di notte, e mi svegliavo felice e sorridente, con la sensazione di aver passato la notte con amici.

E quando su Facebook vedo la gente che mette le foto “con gli amici”, io che di amici in carne e ossa ne ho pochini pochini, vorrei avere un programma sul pc che mi permetta di disegnarli, i miei personaggi, e mettere una foto di me con loro... alcuni sono esistiti veramente, e basterebbe un programma per colorare le foto in bianco e nero, o le foto di statue, ed ecco che prenderebbero (di nuovo) vita.

È vero che, ultimamente, qualcosa si sta muovendo. Sento qualcuno. Sento i personaggi della mia grande, infinita storia, La Storia, la più importante, quella che non è mai stata terminata, che è sempre diversa, ma ha sempre gli stessi personaggi; sento qualcuna delle loro voci, vedo delle istantanee della loro vita, li vedo ridere e parlare. Non sempre, ma ogni tanto.

Li ho sognati, di notte, non mi accadeva da anni. Forse, stanno tornando. E io qui, a pregare che non scappino di nuovo, ma è come dare la caccia ai fantasmi. Cerco ogni modo per sentirli di nuovo, per farli tornare del tutto, e so che è “colpa” mia che sto perdendo la capacità di ascoltarli. Perché nella mia testa parlano solo i miei pensieri di ansie, di seghe mentali, e non sento più loro perché ascolto altre voci, quelle dell'ansia.

Quando faccio silenzio dentro di me, sento sempre loro. Ed è bello, è come tornare indietro, è come riavere i miei amici. Poi scrivo, di getto, cercando di fissare su carta quello mi hanno detto o mi hanno fatto vedere, anche se è difficile, ci vorrebbe un film, perché certe cose si possono raccontare solo a immagini.

Cerco le parole, ma non sempre le trovo, infarcisco ogni pagina di migliaia di aggettivi nella speranza di riuscire a ricreare quell'atmosfera che ho sentito dentro di me, che loro mi hanno fatto sentire, e che mi ha regalato un'emozione.

Chissà che non ci sia ancora speranza di riaverli con me...


Ed ecco, tutto questo sproloquio sdolcinato, era solo per dirvi: il mio pomeriggio di relax continua scrivendo: o almeno, provandoci!

Auguratemi buona fortuna, per adesso... buon fine settimana a tutti, e perdono per un post così lungo!!


PS: Ah... non chiedetemi di farvi leggere qualcosa... perché mi vergogno troppo e non lo farò! Lettori avvisati... ^_-

4 commenti:

  1. Ciao Marti.
    Ho iniziato il tuo post con il sorriso e mi sono ritrovata alla fine con una strana sensazione dentro.
    Le tue parole sulla scrittura potrebbero essere le mie.
    Precise identiche, davvero.
    Quindi ti posso capire, e mi permetto di darti un consiglio: non devi avere paura della pubblicazione. Io la sto affrontando (circa) adesso, e avevo la tua stessa paura. Ma ho capito che l'editore non cambia le cose, l'editore è quello che decide se il libro, oltre che nel tuo cassetto, sta anche in una libreria, tutto qui.
    I tuoi personaggi sono tuoi e solo tu puoi cambiarli o far perdere loro di significato.
    Guarda caso, anche io ho scritto qualche pensiero vago sulla scrittura nel mio blog, mi piacerrebbe se lo leggessi.
    Ti voglio bene.

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  2. Ma certo che lo leggo, tesoro... grazie mille per le tue belle parole, se ti ho lascisato una brutta sensazione con questo post, non avevo intenzione di farlo finire così... semplicemente, è venuto da sè. Anzi all'inizio volevo un post tutto immaginoso, allegro, divertente (dopo l'ultimo mi sembrava il minimo!), ma sai che le cose che scrivi spesso vengono fuori diversamente da come le aspettavi!
    Ora corro sul tuo blog, e spero di lasciarti parole belle quanto le tue.
    Un abbraccio, tesoro,
    ti voglio bene

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  3. Ciao Marty....che bello il tuo commento, hai fatto bene a scrivermi, sono strafelice che tu mi segua assiduamente e ti piaccia come ho arredato la casa...Stai tranquilla scommetto che il tuo arredamento pian piano diverrà una favola davvero e poi quando si arreda con il cuore il risultato è assicurato. Riguardo ai mercatini fai bene....devi solo riuscire a contrattare, per il resto mi ci perderei...Cmq se vuoi qualche consiglio mandami qualche foto via mail...sarò felice di aiutarti, l'arredamento è una mia passione....bacioni!!!

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  4. Ciao Lara, come sei carina ^^ Grazie mille, mi sa che qualche consiglio te lo chiederò davvero!

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