domenica 24 aprile 2011

Buona Pasqua

Perdonate il ritardo!
"Colpa" di cene da parenti e amici!








Tanti affettuosi auguri di buona Pasqua a tutti!



CREDITS: 1,2
3

sabato 16 aprile 2011

Un divano color cioccolato

I colori "iniziali" del mio salotto, oltre un anno fa
volevano essere il rosso e il bianco... perché il divano (regalato) era rosso scuro.
Il problema è che è un rosso smorto, e per di più è vecchiotto, un po' rovinato.
E, per di più, il rosso è un colore troppo accesso che non amo in grandi tappezzerie,
ma solo in piccoli complementi.
Ho pensato di declinarmi al rosa antico, mischiandolo con quei piccoli accenni di rosso
che c'erano già,
e veniva anche molto bene.
Il problema è molto pratico.
Quella birbantella della mia cagnolina
che salta su e giù da divani e poltrone con grande nonchalance
lascia impronte marroncine di zampine
su ogni copridivano chiaro!
Impedirle di salire sui divani è ormai impossibile,
lavarle le zampine 20 volte al giorno anche,
e io non ce la faccio a lavare copridivani
ogni due giorni... non ne ho abbastanza per i ricambi!

Non so voi, ma io
trovo solo copridivani a telo (scomodissimi; la bestiolina li fa accartocciare in un nanosecondo) e per di più in colori improponibili! (blu elettrico, verde acido, terracotta, rosso mattone)
Insomma, colorin per niente shabby, urgh...
Ieri sera mi sono messa a pensare a come risolvere la questione divano e ho pensato che, per unire ciò che mi piace
a ciò che è pratico. E ho scritto:

1) Far rifare la tappezzeria al divano scegliendo la stoffa, e niente copridivano (potrei farlo fare a mia sorella tappezziera, e gratis, ma mi dispiacerebbe darle del lavoro in più, poveretta, già sgobba come una matta da mattina a sera)
Oppure un copridivano con le seguenti caratteristiche:
1) Elasticizzato (così bestiolina non lo distrugge in un attimo, e io non sono sempre lì a tirare e ripiegare 10 volte al giorno)
2) In un colore scuro, ma non troppo (odio i colori scuri nell'arredamento!)

Stamattina, ho fatto un salto a curiosare da un negozietto che vende, tra l'altro, cose di Blanc Mariclò, proprio vicino a dove lavoro, e ho trovato l'ispirazione: ho visto una poltrona color cioccolato al latte e me ne sono innamorata...
poi, ragionando che il marrone cioccolato sta D'INCANTO col rosa antico/cipria che ho già iniziato ad inserire in salotto, ho capito di aver trovato la situazione giusta.
Ora il problema è: PERCHè non trovo un accidenti di copridivano di questo tipo (elasticizzato + color cioccolato) tra quelli meno costosi (cataloghi, mercato, ecc)?
Purtroppo non posso fare una grossa spesa, e comprarlo da un rivenditore specializzato mi costerebbe troppo; non posso permettermelo.
Ma possibile che quelli economici abbiano tutti colori improponibili?
Avete qualche consiglio? Potete suggerirmi dove cercare?
Ve ne sarei cosìnb grata!

mercoledì 13 aprile 2011

Downshifting

Avete mai sentito parlare del
downshifting?
Io non ne avevo mai sentito parlare prima,
e quando ieri ho letto un articolo su una rivista
(una di quelle riviste femminili poco piùcche inutili da pochi euro che si prendono giusto per sfogliarle in treno, avete presente? Ovviamente non vi faccio il nome...)
Ho avuto una folgorazione:
ero quello a cui pensavo da mesi!



Era da parecchio che mi martellava in testa un'idea,
confusa, sfocata nel suo insieme,
ma i contorni erano nitidi, e racchiudevano la mia idea di vita.
La vita nella società di oggi è, di solito,
un lavoro stressante di (almeno) 8 ore, che ti prende tutta la giornata,
una casa da pagare, da mandare avanti,
e poi mille altri impegni, una corsa continua,
fino a che perfino uscire con gli amici diventa un dovere da incastrare a fatica in piccoli, veloci ritagli di tempo!
Tempo per stare insieme non ce n'è.
Tempo per gli hobby, non ce n'è.
Tempo per costruirsi una famiglia e viversela, non ce n'è.
E se speri che ci sia per queste cose... attento, o meglio, attenta (è una cosa molto femminile): tutti ti daranno della scansafatiche.




Io, fin da subito, quando ho iniziato a "diventare grand" avevo una vocina dentro,
che mi diceva: "Non puoi vivere per lavorare e per i doveri!"
Infatti lavoro part time, e sapete quale è la comprensione, o anche solo il rispetto, per la mia scelta da parte del mio capo? Mi penalizza. Come?
Non mettendomi in regola.
Se fossi disponibile al full time, avrei già un contratto!
Invece, visto che le ho detto che posso solo fare part time, niente contratto.
Perché se non fai come tutti, se sogni una casetta in campgna con un orticello, allora sei uno scansafatiche, o peggio, un sognatore senza senso della realtà.



E' più di un anno che vivo tesa tra due poli:
qualcosa dentro di me che vorrebbe lavorare meno, o semmai, fare un lavoro che mi piaccia,
avere tempo, tanto tempo, per gli hobby, per gli interessi, perfino per oziare!
E l'altra parte, quella che si sente in colpa, che si sente una "fannullona"
che si obbliga ha occupare il tempo in modi "da brava ragazza".


Lavoro part time? Dico che è per il corso per la seconda laurea, non per desiderio di tempo.
E il tempo che rimane, bisogna impiegarlo: ripetizioni a raffica, e aiuto i miei, e poi sono sempre lì a pulire casa, e vado di qua, e vado di là...
sapete com'è finita?
Che da almeno un paio di mesi, finché "corro" non penso, e tengo botta, come si dice,
ma appena mi fermo, ho un attimo libero, divento nervosissima, e alla fine scoppio in un pianto isterico.
Perché mi sento in colpa, perché ho del tempo libero.
E sapete qual è la più grande ironia?
Che poi, quel po' di tempo libero, non basta mai per quello che vorrei fare!

Insomma, un disastro su tutti i fronti.
E io a incolparmi, perché vorrei non dover lavorare, o almeno, non nel modo "canonico"
e poi mi dico che sono una fannullona, e che di aria non si può vivere.
Poi, ieri, l'illuminazione: non sono pazza, non sono una scansafatiche, non sono nevrotica:
sono soltanto, senza saperlo, una dowshifter!


Letteralmente, "downshift" in inglese significa scalare la marcia (in auto, ovviamente).
E' un movimento, o una moda, pensate come volete, che si è diffusa in America, e che predica un generale rallentare nella vita, per avere più tempo, per oziare, per godersi le piccole cose.
Il motto è: "lavorare meno, guadagnare meno, e spendere meno... per vivere meglio."
Insomma: lavoro part time (se proprio non si può non lavorare) e possibilmente "alternativo" cioè che sia una passione, o un hobby, trasformato in lavoro; uno stipendio dimezzato, ovviamente, o non sempre garantito (se per esempio vendete manufatti, non sempre guadagnerete la stessa cifra), costringe a ridimensionare le spese e, quindi, le priorità.
Abbiamo davvero bisogno di quelle sessioni di shopping sfrenato del sabato?
Di rifarci il guardaroba ogni cambio di stagione?
Di accumulare cose inutili solo per il desiderio di averle?
Di lavorare come matte per poi spendere tutto l'entroito degli (sudati) straordinari per quel vestito, che poi metteremo sì e no due volte?


Sono fermamente convinta - e lo ero ben prima di scoprire il downshifting - che non abbiamo affatto bisogno della maggior parte delle cose di cui ci circondiamo.
Ci hanno fatto credere che senza non possiamo vivere, o saremo infelici, per indurci a comprarle, a spendere. In fondo, se tutti ci dessimo al riciclaggio e all'acquisto dello stretto indispensabile, il capitalismo e il consumismo andrebbero a rotoli - e come farebbero coloro che ne vivono a riempirsi il portafoglio?
Sarà che personalmente, vivendo con un fisso sicuro di 400 euro al mese, ho iniziato a fare downshifting senza saperlo (niente abiti nuovi, finché quelli vecchi sono dignitosi; le scarpe solo se le vecchie si rompono; spesa al discount, arredamento al mercatino dell'usato, ecc) ma ho trovato un nome per la mia filosofia di vita.
In fondo, sono profondamente convinta che ci buttiamo sull'acquisto pazzo e continuo (e io sono la prima, anche se con cifre ridotte, quindi la "critica" è prima di tutto verso me stessa!) sia un modo di sfogare una vita che non ci soddisfa.
Ci hanno così a lungo inculcato che bisogna lavorare, produrre e fare solo cose utili, che ormai, quando abbiamo tempo libro, non sappiamo nemmeno più che cosa fare.
Avete notato? Le ferie coincidono con le vacanze. Finisco di lavorare venerdì pomeriggio, e sabato mattino sono sull'aereo. Ritorno domenica pomeriggio, e lunedì mattina al lavoro.
Perchè? Perchè il tempo libero ci terrorizza. Non sappiamo più come riempirlo! Il silenzio, la tranquillità, l'ozio, ci fanno paura perché ci fanno sentire in colpa... o almeno, per me è così.


E se invece provassimo a... mollare?
magari non tutto e subito, come alcuni famosi downshifter, ma piano piano, sempre di più, fino a renderci conto
che la nostra vita è fatta per la maggior parte di pesi inutili?


Ecco il "decalogo" del downshifter (da qui)


“Un decalogo implica, in qualche modo, un’azione. Per agire occorre prima di tutto convincersi di una verità assoluta, assiomatica, evidente e decisiva, che precede l’azione, che la consente: siamo artefici della gran parte del nostro destino. Convincetevene da soli o con corsi, psicologi, amici, ma fatelo. Non cedete ai due grandi demoni della nostra società: la malora e la provvidenza. Iniziate a scrollarvi di dosso superstizioni e religioni, paura della sfortuna e attesa dell’aiutino provvidenziale. Questo è l’assunto di partenza. Poi, iniziate.

1. Iniziare il prima possibile
Sedersi al tavolino e pensare: cosa posso fare della mia vita? Cosa non va? Che margini ho per migliorarla? In che direzione devo lavorare?
2. Sognare
Nella nostra epoca è un lavoro difficile. L’organo che vi presiede è posizionato tra la testa e il cuore, e nessuno ci ha mai detto di usarlo. Va ripreso, allenato, reso tonico, fatto funzionare. E va usato.
3. Essere spietati con i sogni e ottimisti con le nostre possibilità
Ogni sogno va passato al setaccio del realismo. Ogni cosa che abbiamo paura di non saper fare va tentata.
4. Focalizzare, cercare l’essenziale
Niente gente che ci deprime, che ci ruba tempo, che ci trascina verso il basso. Niente oggetti inutili, ripuliamo la casa e buttiamo tutto quello che non serve. Niente locali, viaggi, corsi di tango (se il tango non è il nostro sogno) o altre attività che non siano nella direzione del nostro progetto.
5. Essere sobri, risparmiare
Aumentare le entrate è più difficile che ridurre i costi inutili. Oggi si fa denaro risparmiando, non aumentando i guadagni. Occorre dire no a tutto quello che non serve, che può essere fatto a minor costo, o che non rende felici veramente.
6. Allenarsi all’ottimismo
Sedersi per cinque minuti su una poltrona, in casa, e pensare solo a cose positive. È difficilissimo. Resistete al dubbio che stare seduti lì non sia una cosa scema e inutile.
7. Allenarsi alla solitudine
Programmare periodici momenti di solitudine scelta, non imposta dalle cose, e farne momenti belli, di piccole cose che ci piacciono, che amiamo, che ci rendono felici. Aumentate questi momenti nel tempo, senza perdere il gusto di incontrare l’altro.
8. Darsi degli obiettivi nel tempo
Un sogno si sogna e si progetta. Poi lo si deve realizzare. Occorrono stadi d’avanzamento che siano verificabili e concreti. Se qualcosa non torna, rivedete il progetto, non l’idea.
9. Scoprite cosa fareste se foste liberi
Quelle sono le vostre passioni. Coltivatele, diventate bravi, domani dovrete guadagnare con quelle passioni (ricamare, dipingere, scrivere recensioni di libri, fare il maestro di golf o di vela etc).
10. Non mollate
Non perdete l’ottimismo. Ogni problema si può risolvere. Il denaro è essenziale, ma non è l’unico problema. Pensate che siete sulla via, che ce la state facendo.

Naturalmente qui qualcuno dirà: “Sì, certo, penso positivo, ma i soldi?”. I soldi bisogna guadagnarli, fate tre lavori se serve. Risparmiate. Scoprite soprattutto quali sono le vostre attitudini, coltivatele e diventate bravi. Guadagnate anche da quelle. Vendete proprietà se ne avete. Fatevi anticipare i soldi dell’eredità. Tagliate tutti i costi inutili. In questo modo, anche magari in 12 anni, potrete fare downshifting. Se poi non siete sicuri che questo basta, fatelo lo stesso. Non ipotecate gli anni buoni per la paura di assumervi dei rischi. La libertà vale il prezzo. Fate attenzione però. I soldi sono un tema centrale. Ma non sono l’unico. Quando doveste riuscire a smettere di lavorare vi ritrovereste soli. Tutti saranno in ufficio. Vivere la solitudine come un’opportunità vi salverà. E questo è molto più importante dei soldi“.

(aritcolo di Simone Perotti)


Vi consiglio anche un altro articolo, della downshifter dott. ssa Mariaelena La Banca, che lo vede dalla parte di una donna (e, soprattutto, mamma!): qui. Anche perché non mi sento di fare come dice Pedrotti, cioè lavorare tanto per risparmiare e poi mollare tutto vivendo dei soldi messi da parte, mentre provo a mantenermi con le passioni: so che non resisterei, neanche all'idea di un progetto da realizzare. Mi sa che comincio subito con la fase B! (donna impaziente che sono, vero?)

Insomma, è quello che ho sempre sognato: tanto tempo per dedicarmi a quello che mi piace cioè scrivere, le mie traduzioni, un po' di dècoupage e di shabby, insomma, cose così; poter "perdere tempo" per starmene in giardino ad ascoltare gli uccellini, a fare giardinaggio, a guardare il sole sulle colline, per leggere seduta sul divano, insomma, quelle piccole cose semplici che, lo so, piacciono anche a tutti voi che mi seguite.

Io ho scoperto di essere downshifter da tempo, almeno dentro di me, senza saperlo; e mi sa che è la strada che imboccherò a breve. Sembrerà strano, visto che ho già un part time, ma sento di avere ancora molte cose da fare - ovvero, impegni inutili e noiosi da tagliare! E chissà, magari riuscirò a fare delle mie passioni un lavoro; da un po' ho scoperto un forum, dove dei "pazzi" come me fissati con i reali di Russia e d'Europa se la chiacchierano su queste nostre ossessioni da nostalgici; un'idea sarebbe quella di tradurre qualche libro su questo argomento, visto che il 90% di essi sono pubblicati solo in inglese, e non sono accessibili in lingua italiana. Non ho idea del da dove si parta (devo contattare una casa editrice prima della traduzione? Oppure, al contrario, devo prima tradurre e poi proporre la traduzione? Oppure devo proporre la traduzione direttamente all'autore (molti di essi hanno un log sul forum)?

Boh! Ma lo scoprirò.

E voi, cosa ne pensate?

Un abbraccio



CREDITS: 1,2,3,4
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giovedì 7 aprile 2011

Uova e... uova

Tra meno di due settimane è Pasqua,
è mi sono detta: devo fare qualcosa per decorare almeno il salotto!
E, prendendo spunto dalle idee di Apple e di Federica - che hanno reinterpretato un classico shabby che va moooolto di moda! - ho pensato di fare... il mio primo albero di Pasqua!
Non vi dico la faccia di mio marito quando gli ho detto che avrei fatto un albero di Pasqua... ma poi, a lavoro ultimato, era soddisfatto!
Eccolo qui... per essere il mio primo esperimento, mi sento soddisfatta, voi cosa ne pensate?



Come altre decorazioni, mi era venuto in mente che avevo una collezione di uova di ceramica decorate (stile Fabergé, per capirci) che avevo fatto con un'uscita in edicola, e alla quale ero molto legata; quando mi sono trasferita nella nuova casa, però, non sapevo decidermi dove appendere i due grandi espositori che le contenevano, così, da più di un anni le poverine giacevano incartate in uno scatolone.
Oggi le ho tirate fuori, ma quando me le sono trovate tra le mani, ho sentito che dovevo assolutamente esporle, e non spargerle qui e là per la casa - rischiando che la cagnolina le distrugga.
Ma, purtroppo, non avevo chiodi o ganci per appendere gli espositori; pensa che ti ripensa, ho trovato un compromesso: un solo espositore (e le mie poverine un po' più strette, ma belle lo stesso!) posato su un mobile troppo basso, abbastanza in alto perché non vengano scontrate e siano lontane dalle zampine della terremotatrice di casa... e in più,. ho scoperto che il colore naturale dell'espositore si abbina alla perfezione ai colori del salotto!
Questo è il risultato. Che ve ne pare?



Ho notato che ora queste delizie le vendono un po' ovunque nei negozietti di ninnoli e sulle bancarelle; sto pensando seriamente di riprendere la mia collezione... in fondo, ho un altro espositore da riempire, no?

Ah, per finire, volevo mostrarvi la terremotatrice dalla quale ho tenuto lontane le mie preziose uova.
Lo so, a guardarla mi direte che è tanto dolce... facciamo che ve la presto qualche giorno, e poi, quando mi avrà distrutto casa, me la riprendo?
Ok, scherzi a parte, adoro con tutta me stessa la mia piccolina, e sono una mamma orgogliosa e felice nel mostrarvela; e intanto, vi saluto e vi abbraccio, e vi mando anche una leccatina da parte sua!





CREDITS: all photos by me, please don't take without permission.

martedì 5 aprile 2011

Il nostro tempo libero


Giusto per continuare
sulla scia dei post "strappalacrime"
le considerazioni che facevo oggi tra me e me
erano sull'uso del proprio tempo libero.
Sarà che è una cosa che mi martella nella testa ultimamente
ma mi piacerebbe sentire un altro parere!

Non so voi, ma io ho grossi problemi col Signor Tempo
quando mi alzo la mattina e penso a quello che mi aspetta
(il lavoro che, come sapete, non amo, e poi le riptizioni nel pomeriggio, quest'anno poche e con ragazzi con cui non c'è feeling, e poi di corsa a lezione...)
vorrei restare sotto le coperte.


Oggi, per esempio, dovevo andare ad accudire papà
e mentre ero in negozio dicevo: "Arriveranno le 5!"
Le 5 sono arrivate, e i miei impegni finiti. Niente lezioni il martedì - unica sera libera della settimana.
Sono tornata a casa, mi sono comprata una bellissima targa shabby da mettere sulla porta di casa
e poi?
Poi c'era Lui, il Signor Tempo Libero,
quel signore che non mi da' mai udienza!
Pensate che me lo sia goduto?
Secondo voi?


Ce' una vocina,
abbastanza cattiva
e molto insistente
che, ogni volta che mi si dà udienza dal Signor Tempo Libero
inizia a sibilarmi all'orecchio:
"Sei libera! Chissà per quanto non ti capiterà di nuovo! Devi sfruttare bene questa udienza!"
E io inizio a tremare: oddio, e se non la sfrutto abbastanza bene??



Poi, Vocina continua:
"Eh, ma cosa vuoi? Andare a rilassarti? No, non sprecare il tempo del relax... non ancora, tienilo in caldo per dopo, quando lo assaporerai davvero! Ora, che sei libera, potresti fare qualcosa di utile. C'è da stirare, ricordi? E ci sono i piatti da lavare, e guarda! il pavimento del salotto ha proprio bisogno di essere spazzato!"

Ci credete vero se vi dico che dalle 6 che sono arrivata a casa ad ora ho semplicemente spazzato, lavato, pulito, stirato e cenato?




Il punto è che le cose belle, quelle che si fanno per passione, mi sembrano inutili.
Insomma, è tempo sprecato. E' da fanfaroni, da fannulloni passare tanto tempo a fare cose che piacciono.
Prima viene il dovere, accidenti. Se hai del tempo, devi usarlo per i tuoi doveri, non per i tuoi piaceri! Se inizio a usare il tempo libero per divertirmi, la casa andrà a rotoli, e tutti penseranno di me che sono una fannullona che pensa solo a divertirsi!



Mio marito dice che sbaglio
ma dove?
E' ovvio - ci sono i doveri prima di tutto. A voi non ve l'hanno detto?
A me sì, tante volte... come quando non hai compiti per il giorno dopo, a scuola.
Mia madre mi diceva: fai quelli per i giorni ancora dopo, così te li levi e sei più libera!
Ma perchè poi libera non lo ero mai, se facevo anche i compiti per il resto della settimana?
Boh.
Forse è come nel libro di Momo
che ci sono dei signori cattivi che rubano il tempo
e quando avevo finito i compiti, improvvisamente il tempo non c'era più!

Non capisco perché si dovrebbe rinunciare a fare qualcosa di utile se c'è tempo
per fare qualcosa di completamente inutile.
Sarò malata, ma se uso il tempo libero per divertirmi
mi sento in colpa.
Sono una sfaccendata
Con tutto quello che avrei da fare!
Il punto è che poi sono sempre arrabbiata
secondo voi dipende da questo?



Io so solo che non ci capisco più niente.






CREDITS









domenica 3 aprile 2011

Che confusione... sarà primavera


Ultimamente mi sento abbastanza confusa...
mi sento come quando ti perdi nel bosco, e non sai più che strada prendere,
nè ricordi come fare a tornare indietro per vedere a quale bivio hai sbagliato.




L'altro giorno, fuori dal lavoro, ho incontrato il mio prof di arte del liceo; una bella sorpresa, e tra un "come va" e un "come te la passi", al sentire che faccio la commessa è inorridito.
E nel suo sguardo sconvolto ho letto tutte le aspettative che lui - e tanti altri con lui - avevano per me, e che si sono infrante sentendomi parlare.



Io, la studentessa migliore della classe, una delle migliori della scuola,
quella che studiava per passione e non per manie di perfezionismo,
quella che prendeva dei 4, ma si rialzava e la volta dopo li trasformava in 8
e che amava profondamento quello che studiava, e si vedeva,
proprio quella, che tutti volevano a fare una brillante carriera accademica,
è finita a distribuire falsi sorrisi di circostanza
a clienti maleducati e ignoranti.



A chi lo dice.
Sono due anni che me lo ripeto da sola.
"Martina, ma era così che doveva essere? Sembrava promettere tutt'altro..."



Mi domando in continuazione: "Che cosa sto facendo della mia vita?"
Mi impongo di evitare facebook come la peste,
perché lì ci sono tutti i miei coetanei che mi hanno accompagnata, volente o nolente,
per un pezzetto della mia vita.
Quasi tutti i compagni di università se ne sono andati a fare lunghi stage all'estero (ho studiato Lingue, come forse già vi ho detto) e hanno scoperto che lo zaino in spalla è il loro valore aggiunto, come si dice. Alcuni, non sono più tornati in Italia; tanti vanno e vengono, sempre con una nuova meta, e non sai mai come fare a contattarli.
E pensare che tempo fa ero sicura
che anche io sarei stata una persona "valigie in mano".
Ora ho capito che invece sono quell'altro tipo di persona,
quella che ha bisogno di un nido
ma guardo i miei ex compagni e sono certa che, a differenza di loro, mi sto perdendo qualcosa.
Mi dico che loro stanno facendo le esperienze giuste, che si stanno godendo la vita
e io invece mi sto adagiando come una vecchia.




Le compagne del liceo, mi pare, hanno tutte fatto qualcosa di davvero "in" tra cui c'è anche trasferirsi all'estero (giusto per rimanere in tema).
Molte compagne delle medie sono sposate già da anni e hanno dei bambini... e io guardo le foto dei pargoli e non riesco a credere che siano usciti dalla pancia di quella ragazza che si sedeva nel banco davanti a me e mi lanciava le palline di carta.



E io?
Ho una laurea per cui ho sudato 7 camicie ma che non mi sta portando nulla,
e sono insoddisfatta di tutto...
Lavoro soltanto 3 ore e un quarto al giorno, per 5 giorni... sono 16 misere ore
e mi pesano come un macigno.
Faccio qualche ora di ripetizione
che mi spezza il pomeriggio
e riesco a malapena a pranzare seduta... e non guadagno niente di che.
Sono sempre lì a contare le monetine
nella speranza di guadagnare un euro più della settimana scorsa
Perfino un ninnolo che costa 10 euro è una spesa da calibrare!
Vorrei avere tempo per fare tante cose che amo,
eppure il tempo sembra scivolarmi via dalle dita come acqua
e più lo rincorro più sto male
tanto lui non si lascia prendere
e io finisco con una crisi di nervi - solitamente il sabato, quando mi rendo conto che ho un giorno e mezzo per fare tante cose
per cui non basterebbero due settimane.



Vorrei una casa più bella,
ma non ho soldi nè inventiva
vorrei più tempo per me
ma quando ce l'ho non lo sfrutto
vorrei aver fatto qualcosa di più della mia vita
e invece mi sono ridotta esattamente come mai avrei voluto:
mi sono sposata e sono andata ad abitare a un cm da dove ho sempre vissuto
faccio la vita che fanno tutti
mi lamento come fanno tutti
e non ho fatto niente di speciale
niente per cui la mia vita possa avere un tocco in più
rispetto a quella di chiunque altro da che è iniziata la storia dell'uomo-



Mi guardo in giro, guardo gli altri
per cercare una risposta
capire quale senso dare alla mia vita
perché mi sembra che sia così noiosa
come potrei renderla speciale come ho sempre sognato.

Vorrei vivere in campagna,
ma non posso permettermi un mutuo per cambiare casa.
Vorrei gestire un B&B, ma non ho un centesimo per iniziare un'attività,
vorrei non dover lavorare e dedicarmi ai miei hobby
ma non posso vivere d'aria.
Vorrei vivere di quello che scrivo
ma so che nessuno mi pubblicherebbe mai
O, se avessi qualche speranza, non ho comunque il coraggio di provare
e sentirmi respingere. Ogni sillaba dei miei personaggi è troppo cara al mio cuore
perchè possa permettere che qualcuno
li tratti come spazzatura.




E sono sempre qui a chiedermi:
qual'è il tocco che devo dare alla mia vita per renderla speciale?
Qual è il mio valore aggiunto?



Come sempre, perdonate la mia tristezza,
ma come dice Forster
i "muddle" cioè i momenti di dubbio
sono una delle cose più spiazzanti.